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miércoles, 4 de octubre de 2017

Mezzo litro di acqua in ogni tonnellata di polvere lunare: i dati di “Chandrayaan-1'

L’acqua è il composto chimico più abbondante nell’universo, ora con la molecola classica H2O ora nella forma dell’ossidrile O-H. La cosa non stupisce: l’idrogeno è l’elemento dominante nel cosmo (71 per cento) e l’ossigeno il terzo per abbondanza (11 mila parti per milione) dopo l’elio (25 per cento). Sorprende però che l’acqua risulti relativamente abbondante sulla Luna. Fino alle esplorazioni spaziali, infatti, nell’immaginario collettivo il nostro satellite è stato il simbolo della massima aridità concepibile. Un riesame dei dati raccolti con uno strumento della Nasa dalla sonda indiana “Chandrayaan-1” negli anni 2008-2009 dimostra viceversa che l’acqua impregna le polveri lunari con un gradiente in aumento dall’equatore verso i poli (vedi mappa qui accanto), dove, come sappiamo, si è individuata l’esistenza di veri e propri ghiacciai sul fondo di crateri dove non arriva mai la luce del Sole. Il censimento delle risorse idriche lunari si è ottenuto mappando la superficie del satellite nelle lunghezze d’onda del vicino infrarosso assorbito dalle polveri che costituiscono la regolite. Lo studio è comparso il 13 settembre su “Science Advances”. La massima concentrazione di acqua, raggiunta alle alte latitudini, è di 500 parti per milione nell’emisfero sud e 750 parti per milione nell’emisfero nord. In pratica da una tonnellata di regolite si potrebbero ricavare mediamente 450 grammi di acqua, all’incirca una bottiglia da mezzo litro. In totale la regolite lunare nasconde 100 miliardi di litri di acqua. Se si pensa che un litro d’acqua portato sulla Luna costa 20 mila euro, non c’è male. A queste riserve si devono aggiungere quelle concentrate intorno ai poli e l’acqua che probabilmente esiste nel sottosuolo lunare, di cui per adesso sappiamo pochissimo. Un’altra indicazione della navicella indiana è che l’acqua si riaccumula e/o ricompone con il raffreddamento della superficie lunare al tramonto del Sole dopo la lunga giornata di 14 giorni (la radiazione solare con la sua energia scompone le molecole d’acqua, come si è visto anche su Marte). Altre informazioni: http://advances.sciencemag.org/content/3/9/e1701471 Fonte: Astronomia News

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